[già su Ispirazioninfiera - Vite a regola d'arte - post in collaborazione con Barbara Fanelli]
Quello con Cavareno è stato per me un incontro mancato.
L’estate scorsa, infatti, ho visitato la Val di Non con la mia famiglia e anche se le scorribande nell’Alta Valle assieme a Federica non sono mancate, non ho avuto l’opportunità di fermarmi a visitare per bene questo paesino.
Un vero peccato!
Già, perché a ripensarci oggi, con l’edizione di Feltrosa 2018 ormai archiviata, edizione che proprio lì si è svolta, mi viene da mangiarmi le mani!
Cavareno, infatti, custodisce una bellissima realtà artigianale, La Fucina dei Mestieri, che ho scoperto proprio grazie a Feltrosa, perché il contributo di questa associazione all’evento di quest’anno è stato determinante.
Come già ci ha spiegato Eva Basile, infatti, Feltrosa non ha una sede stabile e viene ogni anno ospitata in un diverso comune italiano, dove associazioni locali contribuiscono all’organizzazione degli eventi sul territorio.
Per motivi familiari non ho potuto partecipare direttamente a Feltrosa, ma non ho resistito alla voglia di saperne di più ed ho contattato via mail La Fucina dei Mestieri.
Mi ha risposto la signora Maddalena Springhetti - poi incontrata personalmente da Federica (quanta invidia!) - che ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e per la minuziosità con la quale ha risposto alle mie domande.
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Cosa sono le Winterschule Ulten e in che modo il lavoro della Fucina si ispira ad esse?
Nel periodo invernale i contadini della Val d’Ultimo non erano impegnati nei lavori agricoli dei loro masi, così per dar loro la possibilità di imparare/reimparare a lavorare le materie prime del territorio, come per esempio la lana, il legno, ecc. nacquero le Winterschule Ulten, cioè le Scuole invernali della Val d’Ultimo.
Il loro fine era quello di recuperare e rivitalizzare le tecniche artigianali tradizionali dello spazio alpino, lavorare con risorse naturali, perseguire salute e guarigione in senso olistico, nonché l'incontro con forme alternative di economia, lavoro e vita.
I corsi triennali riguardano i settori della lavorazione del legno, della lavorazione tessile, della trasformazione delle piante, della permacultura, della sanità e dei bagni.
La Fucina dei Mestieri, nata in un momento di crisi economica, ha visto nell’esempio della Val d’Ultimo, che confina con la Valle di Non sul versante altoatesino, la possibilità di dare competenze spendibili in un’ottica di integrazione al reddito alle molte persone, soprattutto donne, che potevano mettersi in gioco e migliorare l’economia familiare.
Ma la Winterschule è solo uno dei genitori della nostra associazione, l’altra è l’Associazione Charta della Regola di Cavareno. Anch’essa merita di essere raccontata brevemente.
L’associazione è nata per organizzare una rievocazione storica proposta in paese il primo fine settimana di agosto. Ben presto ha assunto una forte valenza di ricerca storica e culturale, a partire dalla realizzazione dei costumi, alla riscoperta di trenta vecchi mestieri artigianali e contadini da proporre durante la festa.
Nei primi anni erano ancora vive le persone, che nella loro esperienza conservavano la memoria di queste attività, poi, col tempo, ci si è resi conto che era necessario trasmettere queste competenze prima che fosse troppo tardi. Così all’inizio si è cercato di imparare, faticosamente, a copiare gesti che i maestri esperti compivano apparentemente senza difficoltà, quasi che ormai facessero parte del loro stesso corpo.
Da queste fatiche è nato il desiderio, la necessità, di diffondere saperi e competenze che stavano per sparire e quindi è nata la nostra scuola.
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Quale è la mission de La Fucina dei Mestieri?
La mission può essere riassunta nel valorizzare il lavoro artigianale, salvando saperi antichi, fornire un’integrazione al reddito, impiegare materiali naturali possibilmente prodotti sul territorio, offrire una formazione base per costruire piccole iniziative imprenditoriali, far conoscere ai turisti il nostro territorio anche attraverso i suoi lavori tradizionali.
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Quali corsi promuovete?
Ogni anno vengono proposti diversi corsi, alcuni si ripetono di anno in anno, altri cambiano in base alle richieste ed alla disponibilità degli insegnanti.
Nel corrente anno scolastico proponiamo: tessitura a mano con telaio (base e avanzato), feltro e nunofeltro, cucito e refashion, pizzo al tombolo, ricamo, porcellana, cesteria, erboristeria, impastare pane, pasta e biscotti.
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Chi si avvicina ai vostri corsi e quali sono le aspettative dei vostri studenti?
Gli studenti cercano soprattutto di acquisire competenze e di approfondirle nel tempo. La maggior parte di loro non lo fa, pensando al lavoro, ma qualcuno ha potuto, nel tempo, farne un hobby che dà reddito.
La Fucina dei Mestieri collabora anche con scuole e case di riposo con fini di socializzazione e sviluppo delle competenze.
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Quale è, secondo il vostro punto di vista, lo stato attuale dell'artigianato e in particolare dell'artigianato trentino?
Ogni anno organizziamo un convegno, che si occupa proprio di questi temi.
Possiamo dire che i relatori sono concordi nel sostenere, che il settore dell’artigianato ha risentito meno di quello industriale della crisi di questi anni. Le dimensioni ridotte delle aziende ha permesso loro di adattarsi velocemente ai cambiamenti imposti dalla realtà, soprattutto le aziende con a capo donne hanno dimostrato vivacità e stabilità.
Dal nostro punto di vista l’artigianato, come modo di rapportarsi al mondo fatto di lavoro, pensiero e cuore, non è solo passato, ma anche futuro. Il futuro di chi vuole essere costruttore e non solo consumatore, di chi vuole essere attivo e non passivo, di chi vuole metterci le mani, perché non si accontenta della realtà virtuale.
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Intravvedete margini di crescita per l'artigianato trentino?
Pensiamo di sì, basti pensare ai numerosi e piccoli birrifici, che negli ultimi tempi stanno nascendo con un crescente interesse.
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Ci racconta come siete venuti in contatto con Feltrosa?
Siamo venuti a conoscenza di Feltrosa tramite l’assessore del nostro comune, Raffaella Battocletti, che ha curato i rapporti e costruito l’evento.
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Quale è stato il vostro ruolo durante l'evento?
Noi, insieme all’Associazione Charta della Regola, ci siamo occupate dell’allestimento dei luoghi, delle sedi dei corsi e della gestione del laboratorio Solo un fiore.
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Come immagina La Fucina dei Mestieri tra dieci anni?
Tra dieci anni immagino La Fucina dei Mestieri un po’ vecchia e un po’ nuova.
Vecchia perché continuerà nella ricerca di saperi e competenze, che cercherà di tener vive attraverso la loro diffusione, nuova perché continuerà a dimostrare sensibilità e attenzione verso le nuove domande e i nuovi bisogni del territorio di cui è figlia.
Quante belle attività questa Fucina, vero?
Ma mica finisce qui, perché Maddalena ha raccontato a Federica di un’altra bellissima iniziativa, cui l’associazione prende parte assieme ad altre realtà della Val di Non.
Questo evento, che si svolge sempre a Cavareno, si chiama Ri-Piazza ed è una vera festa all’insegna del riciclo. E voi sapete bene, quanto io ami il riciclo, no?
Un evento giunto alla quinta edizione, che quest’anno di svolgerà il 25 e il 26 maggio.
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Maddalena, che cos’è Ri-Piazza?
È un evento, che prende il nome ovviamente dalla piazza, la nostra qui di Cavareno, e dal riciclo. È una vera Festa del Riciclo.
Ma è un’iniziativa proprio vostra?
No, è un’iniziativa della Comunità di Valle e coinvolge proprio tutti, dai bambini molto piccoli - sono già alcuni anni che organizziamo mini laboratori per bambini a livello di nido - agli adulti.
C’è veramente tantissima partecipazione.
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Chi sono le persone interessate a questo evento?
Un po’ tutti. Il venerdì di solito arrivano le scolaresche, il sabato soprattutto le famiglie.
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Avete un filo conduttore, un tema fisso? Oltre naturalmente al discorso del riciclo …
Sì, quest’anno l’attenzione sarà focalizzata sul cibo.
Bello!
Non parleremo tanto del riuso del cibo, che non è facilmente praticabile in questo contesto. Uno, se vuole, lo pratica in famiglia …
Ah, certo!
… ma ci sono un sacco di proposte interessanti.
Noi come Fucina, ad esempio, proporremo dei mosaici con i gusci d’uovo, che stiamo raccogliendo in questo periodo e che abbiamo già dipinto nei vari colori; faremo poi delle pitture con i torsoli dei cavoli e dell’insalata … li stiamo tenendo in freezer, speriamo di mantengano bene …
Mio figlio faceva questo genere di cose alla materna …
Di solito si usano le patate, ma ci è stato giustamente detto, che le patate vanno tagliate apposta … non è un vero riciclo.
Useremo poi della pasta scaduta per fare delle collane …
Quante cose!
Sì, quelle che proponiamo noi, perché, come dicevo prima, molte altre associazioni faranno proposte interessanti.
Insomma Cavareno attivissima?
Sì, la piazza si riempie di bancarelle ed è un vero colpo d’occhio!
Allora, nel prossimo fine settimana, chi va a Cavareno?
Grazie Federica per il bellissimo articolo, devo farti i complimenti per il post su Feltrosa, molto poetico! Brava!(Maddalena Springhetti, via mail, 22 maggio 2018)
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