#NOMICOSENEIMUSEI - QUANDO IL CONTEST FA CULTURA

Avete presente quel giochino super divertente e super facile, che ci ha accompagnato fin dalle scuole elementari, che ha vivacizzato molte feste comandate e ha spesso allietato le noiose trasferte vacanziere? Sono certa di sì.

La sua origine è del tutto sconosciuta: non si sa chi lo abbia inventato, né quando, né dove. 

Non ha nemmeno un nome preciso, perché è genericamente noto come gioco delle categorie oppure come gioco delle colonne, ma ha anche una serie infinita di appellativi, che variano a seconda degli argomenti scelti per la sfida.

Per giocare basta davvero poco, fogli di carta e matite/penne in numero variabile a seconda dei giocatori, anche se non manca la possibilità di utilizzare un vero e proprio gioco da tavolo e, per i più esigenti, di lanciarsi in appassionanti challange virtuali.

Le regole sono molto semplici e le conosciamo tutti: 
  • ogni giocatore disegna su un foglio un numero di colonne uguale agli argomenti scelti, alcuni immancabili (ad esempio nomi, città, animali, fiori, cose), altri variabili a seconda della fantasia e dell'abilità nel mettere in difficoltà gli avversari (ad esempio mestieri, vip, cantanti, marche, libri, stati); l'ultima colonna deve necessariamente essere riservata al punteggio;
  • il numero di righe dipende dal numero delle partite in programma, a meno che, certo, non si voglia esaurire l'intero alfabeto (lettere straniere più o meno comprese) e allora si disegna subito l'intera griglia; 
  • lo scopo del gioco è quello di riempire, ad ogni manche e il più velocemente possibile, un'intera riga della griglia, collocando nella giusta colonna quanto la nostra memoria ha suggerito; ogni giro è scandito dal sorteggio di una lettera, che avviene di solito ad occhi bendati, puntando la matita su un alfabeto scritto su un foglio collocato al centro del tavolo;
  • il calcolo del punteggio, che però non obbedisce ad uno standard, di solito prevede l'assegnazione di 20 punti (quando si riesce a trovare una parola adatta, senza che tutti gli avversari abbiano riempito la loro casella), di 10 punti (quando la parola è corretta e non è stata usata da altri), di 5 punti (quando non siamo stati i soli a trovarla), di 0 punti (quando la parola è sbagliata oppure non si è riusciti a trovare alcuna opzione);
  • vince, come è ovvio, chi ha totalizzato il punteggio maggiore.

Gioco creativo senza dubbio, ma serviva farci un post? Sicuramente no, ma volevo segnalarvi la versione di questo gioco, che il Museo Poldi Pezzoli di Milano ha messo in rete qualche giorno fa. 

L'iniziativa è partita il 30 marzo scorso sui canali social del museo stesso (Facebook, Instagram e Twitter), che ha invitato altri musei e istituzioni a cercare nelle proprie collezioni oggetti riconducibili alle categorie nomi, cose, fiori e città e a condividerli in rete con l'hashtag #NomiCoseNeiMusei.

L'idea è piaciuta tantissimo e la lista dei partecipanti si sta allungando sempre più, con contributi, non occorre neppure dirlo, di altissimo livello, siano essi opere intere o particolari poco importa.

Noi comuni mortali, che certamente non possediamo collezioni degne di nota, a parte forse l'immancabile album dei francobolli e la collezione di figurine della Barbie, non abbiamo concrete possibilità di partecipare. Possiamo, però, seguire l'hashtag indicato e tuffarci dentro questa coloratissima carrellata per rivedere capolavori, per scoprire oggetti curiosi, per conoscere personaggi sconosciuti.

Quello che, a prima vista, pare solo un altro dei molti contest nati in questo periodo di isolamento forzato, si sta rivelando invece un'interessante opportunità per imparare qualcosa di nuovo senza impazzire troppo.

Pillole di cultura per curare l'anima e in questo periodo ne abbiamo tutti bisogno. O no?



Pillola Uno
Galleria d'Arte Moderna - Milano

Francesco Hayez - Ritratto di Alessandro Manzoni, 1874

Gerolamo Induno - Un antiquario, 1889

Andrea Appiani - Ritratto di Madame Pétiet con i figli, 1800

Angelo Morbelli - La stazione centrale di Milano nel 1889, 1889


Pillola due
XNL Piacenza Contemporanea - Piacenza


Robert Mapplethorpe, Andy Warhol

Armando Testa, Sedia antropomorfa

Georg Baselitz, St. Georgstiefel

Olivo Barbieri, Roma


Pillola Tre

Chhatrapati Shivaji Maharaj Vastu Sangrahalaya - Mumbai
Shield of Emperor Akbar - 1593 CE - Sir Ratan Tata Art Collection | 22.4112

Ashokan Edict No. IX - Maurya; about 250 BC - Nallasopara (near Mumbai) - SI 167

Paithani Sari with jasmine butis - 19th century CE - Gift of Shri Bansi Mehta from his wife Sushila Asher’s Collection - 97.12/4

Akabane in the snow - From the series Fifty Three Stations of Tōkaidō by Hiroshige - Sir Ratan Tata Art Collection | 22.1215


Pillola quattro

Museo della Zecca - Roma


Alessandro Magno, modello in cera bianca su ardesia, autore Benedetto Pistrucci (1783-1855)

Aratro 10 Lire, progetto in Italma del 1951, autore Giuseppe Romagnoli

Rosa 500 Lire, progetto in argento del 1957, autore Pietro Giampaoli

Roma, medaglia di Pio IX (1846-1878) raffigurante la veduta della piazza e del Palazzo del Quirinale, 1867, autore Giuseppe Bianchi.


Pillola Cinque
Manifattura dei Marinati - Comacchio

Sophia Loren, star internazionale che fu la protagonista del film la Donna del Fiume (1955) di Mario Soldati. Molte scene vennero girate all'interno della Manifattura dei Marinati.

Contenitore in latta, ancora oggi utilizzato per conservare l'anguilla marinata tradizionale delle Valli di Comacchio.

Comacchio, cittadina capitale del Parco Regionale del Delta del Po. Il suo caratteristico centro storico la rende uno dei borghi più belli d'Italia.

Anguilla, che viene marinata seguendo un'antica ricetta. Dopo la cottura a legna nel camino viene poi conservata con una concia composta da aceto, acqua e sale.


Come avete visto in questi pochi eppur straordinari esempi, i musei che si sono divertiti a giocare sono i più diversi e non sono solo italiani. Elencarli tutti non è possibile e non avrebbe nemmeno molto senso, perché la sfida a colpi di capolavoro va gustata giorno dopo giorno, per non dire ora dopo ora. 

Giusto per darvi un'idea, però, vi posso dire che si passa dal Museo della Seta di Como al Círculo Dr. José de Figueiredo di Porto, dal Museo della Porziuncola di Assisi al Museo Karaganda in Kazakhstan, passando per il Metropolitan di New York e la Slovenská národná galéria di Bratislava. 

Siete pronti per partire in cerca di pillole?



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