FINESTRA

L'insegnamento zen è come una finestra: all'inizio la guardiamo, e vediamo soltanto il riflesso indistinto del nostro stesso volto, ma nel momento in cui impariamo, e la nostra visione si fa chiara, diventa chiaro e perfettamente trasparente anche l'insegnamento quindi vediamo attraverso. Vediamo tutte le cose: il nostro stesso volto.

(Stephen Mitchell, Dropping Ashes on The Buddha, 1976)



Uno

Titus Kaphar
Stripes, 2014

Nato nel 1976 a Kalamazoo (Michigan), vive attualmente fra New York e il Connecticut.

I suoi lavori giocano con la storia dell'arte, facendo propri stili e tecniche.

Sono sempre stato affascinato dalla storia: storia dell'arte, storia americana, storia del mondo, storia individuale. Mi interessa come la storia è stata scritta. Io dipingo e scolpisco, seguendo i canoni tradizionali, ma poi taglio, sminuzzo, deformo, modifico. In questo modo voglio rivelare qualcosa che è andato perduto. Mi interessa indagare il potere di una "storia riscritta".

Stripes è parte di Drawing the Blinds, una serie di lavori che alludono alla storica assenza di volti africani nella pittura tradizionale. Vi è rappresentato un uomo dagli occhi azzurri e dalla parrucca incipriata (forse uno dei padri fondatori), che è stato tagliato a strisce con evidente sadismo. Le strisce sono inchiodate al muro e si vede chiaramente la struttura sottostante.



Due

Natalie Fong
Broken, 2013

Nata a Taiwan, ha iniziato a fotografare alle scuole medie.

Io e i miei amici ci vestivamo e truccavamo in modo stupido e facevamo dei servizi fotografici in cortile. Dopo di questo ho cominciato a sperimentare moltissimo, usando sia la pellicola che il digitale e facendo lavori su commissione dal secondo anno di scuola superiore. Ho fatto tutto da autodidatta, con l'aiuto dei miei amici e l'ausilio di video su Youtube.

È attratta dagli ambienti all'aperto, ombreggiati, con tantissimi fiori e piante.

Broken è un'immagine molto diversa da quelle che la fotografa normalmente carica sul suo profilo, ma - dichiara - sono così innamorata di questo luogo che mi era impossibile tenerlo solo per me.



Tre

Olafur Eliasson
Yellow double hung windows, 1999

Due faretti con una luce gialla proiettano su un muro due immagini sovrapposte di una finestra. La loro precisa posizione crea un effetto tridimensionale su una parete piatta.

Materiali usati: faretti, trepiedi, filtro di colore giallo.

Il team dello Studio Olafur Eliasson si compone di circa novanta persone, da artigiani a tecnici specializzati, da architetti ad archivisti, da storici dell'arte a web e graphic designer. Il loro obiettivo è sperimentare, sviluppare, produrre e installare opere d'arte, realizzare mostre e ideare progetti. Lo studio ospita regolarmente workshop ed eventi al fine di favorire scambi artistici e intellettuali con le persone e le istituzioni al di fuori del mondo dell'arte.



Quattro

Tano Festa
Monumento per un Poeta Morto, 1989

È stato artista, pittore e fotografo romano (1938-1988).

Conosciuta come la "Finestra sul mare", per il chiaro impatto visivo, la scultura, ideata da Tano Festa e dedicata al fratello poeta, è un inno al colore e all'infanzia, temi ricorrenti nelle opere dell'artista. La cornice, alta 18 metri, realizzata in cemento armato ed armatura ferrosa, è il trionfo dell'azzurro, non di quello che vediamo di solito sulla tavolozza di un pittore, ma di quello che c'è nell'animo, quando un poeta-scultore come Tano Festa, che fu insieme adulto e bambino, decide di affacciarsi sull'infinito. Questa enorme finestra che tenta di incorniciare il mare, esprime il senso limitato di una possibilità diversa di fermarsi con il pensiero all'orizzonte. Ma è anche una tensione alla serenità, anch'essa ricercata da Festa, spezzata dal monolite nero, senso finito della nostra esistenza, che "buca" la gioiosa finestra ornata dalle tipiche candide nuvolette ricorrenti nel repertorio dell'artista, interferendo con l'armonia dell'opera.

Fa parte delle opere di Fiumara d'Arte.



Cinque

Zimoun
36 ventilators, 4.7m³ packing chips, 2014

Artista svizzero, autodidatta, vive e lavora a Berna.

È noto per le sue audio-sculture.

Le sue installazioni uniscono i materiali più disparati (scatole di cartone, sacchetti di plastica, vecchi mobili) con elementi di tipo meccanico (motori, cavi, microfoni, altoparlanti e ventilatori).

36 ventilators, 4.7m³ packing chips è un'installazione creata all'interno del Museo d'Arte di Lugano. Grandi ventilatori soffiano incessantemente minuscoli elementi da imballaggio contro le ampie vetrate del museo. Di notte l'effetto risulta particolarmente suggestivo: par di trovarsi di fronte ad un mare in tempesta.

Qui il video.



Nota 

5xcreativity - come è nato il progetto.



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