... a thin red streak topped with a line of steel ...
(William Russell - inviato a The Times)
Stendendo i duecentocinquanta metri del suo tappeto rosso nel bel mezzo del Parco Malevich di Mosca, Gregory Orekhov di sicuro non pensava di dar vita ad un'installazione tragicamente profetica, perché la sua Nowhere era nata con uno scopo completamente diverso: mettere in risalto la grandezza dell'universo e della natura rispetto alle ridicole e insignificanti aspirazioni umane a fama, ricchezza e potere.
Tuttavia la domanda posta ai visitatori - dov'è la linea rossa, la linea proibita che non deve essere superata in nessun caso? - e l'amara considerazione che ogni giorno assistiamo a sempre più violazioni del confine, ma anche la foto postata dallo stesso artista su Instagram con il chiaro invito a fermarsi, hanno fatto pensare a molti, che questa grandiosa e suggestiva opera d'arte sia nata come condanna alla guerra in Ucraina.
Il malinteso è nato anche per il significato ormai consolidato di un'espressione piuttosto nota, che si lega in tempi relativamente recenti allo straordinario film La sottile linea rossa di Terrence Malick, ma che in realtà risale alla Guerra di Crimea.
La storia di questo modo di dire è piuttosto interessante e vale la pena di essere rammentata.
Il 25 ottobre 1854 un episodio di quella guerra ormai lontana, la Battaglia di Balaklava, vide schierate sul campo di battaglia le forze alleate di Regno Unito, Francia, Regno di Sardegna e Impero Ottomano contro l'Impero Russo. Fu il primo di due tentativi della Russia di interrompere l'assedio di Sebastopoli, attaccando il campo britannico di Balaklava, importante base di rifornimento. Nella battaglia si verificarono due episodi diventati famosi della storia militare britannica come la carica brigata leggera o carica dei Seicento e come la sottile linea rossa appunto.
In quell'occasione un unico reggimento, il 93° Highlanders, fu lasciato solo a difendere Balaklava e riuscì a fronteggiare l'avanzata di quattro squadroni di cavalleria con un coraggio e una determinazione rimasti poi nella storia.
Testimone di quegli eventi fu un corrispondente di guerra di nome William Russell, che descrisse con le parole sopra riportate quanto poi (1881) rappresentato anche nel celebre dipinto di Robert Gibb The Thin Red Line, conservato oggi nel National War Museum di Edimburgo, che ha non solo immortalato un'impresa eroica, ma ha voluto testimoniare il ruolo determinate dell'esercito scozzese nell'affermazione del dominio britannico nel mondo.
Il 1° marzo del 1890 Rudyard Kipling, poeta a scrittore inglese, universalmente noto per Il libro della Giungla, nella sua poesia Tommy - accorata difesa dei soldati semplici ingiustamente mal visti in patria - riprese le parole di Russell:
But it's "Thin red line of 'eroes" when the drums begin to roll
The drums begin to roll, my boys, the drums begin to roll,
O it's "Thin red line of 'eroes", when the drums begin to roll.
Infine, nell'esaltare l'aspra lotta della fanteria americana contro le forze giapponesi sull'Isola di Guadalcanal, anche James Jones, che alla seconda guerra mondiale aveva partecipato in prima persona, combattendo nell'Oceano Pacifico, e che ad essa aveva dedicato parecchie pagine (come non ricordare Da qui all'eternità?), fece automaticamente riferimento al rosso delle divise scozzesi intitolando il suo romanzo del 1962 proprio La sottile linea rossa. Probabilmente in mezzo all'Oceano non ci saranno state uniformi rosse e tantomeno schieramenti in linee lunghissime, ma di sicuro quanto egli vide non fu troppo diverso.
Non è mai troppo diverso.
Gregory Orekhov, intervistato da La Repubblica, si è schierato apertamente contro l'intervento russo ed ha affermato che chiunque può comprendere da solo che si è già andati oltre. Ha tuttavia precisato che l'immagine su Instagram è antecedente all'invasione russa dell'Ucraina ed è chiaro, calendario alla mano, che la sua installazione era stata progettata molto prima. Con finalità, come abbiamo accennato, differenti.
Fin dai tempi di Agamennone il tappeto rosso è stato usato per accogliere capi di stato e reali, star del cinema e campioni dello sport. Ecco allora che i visitatori, camminando lungo la tela rossa di Orekov, si pongono in una posizione privilegiata, simile a quella di un sovrano, con la differenza, però, che nessuno li ammira, perché la natura incontaminata della foresta ha il sopravvento. Non c'è grandezza, non c'è importanza, perché le azioni dell'uomo in fondo non sono nulla al cospetto di qualcosa di supremo.
Non solo indagine sul rapporto tra uomo e natura, tuttavia, perché l'installazione ha anche un significato molto più profondo, che è possibile cogliere solo osservandola dall'alto. La lunga linea rossa demarca infatti il confine fra quanto è accettabile e quanto non lo è.
È solo, semplicemente, una questione di prospettiva.
C'è una sottile linea rossa che separa il sano dal pazzo.
C'è una sottile linea rossa che separa il paradiso dall'inferno, la vita dalla morte.
C'è una sottile linea rossa che separa il bene dal male, la pace dalla guerra.
O meglio, c'era una sottile linea rossa ed ora non c'è più.
Mi raccomando! Non perdete il video relativo al progetto di Gregory Orekhov!
Siii mi è piaciuto molto!!! Non conoscevo questa installazione, brava!
RispondiEliminaNe ero certa, perché è pazzescamente poetica.
EliminaAdorata al primo istante.
wow bellissima immagine ....ma veramente inquietante ... ho un brivido ... che post magnifico.... da superquark ;)
RispondiEliminaNon so se sia inquietante, ma certo da da pensare!
Eliminavedi che alla fine me lo son ricavata subito il tempo... ma è impossibile resisterti... come scrivi bene...
RispondiEliminaQui però io resto senza parole... perchè tutte quelle già spese nei secoli contro la guerra e gli abomini umani non sono servite, a quanto pare...
La cosa essenziale, Sinide, è tornare sui blog. Come ai vecchi tempi!
EliminaCerto richiedono sempre tanto tempo, ma secondo me le soddisfazioni sono maggiori.
Quanto a guerre e dintorni ... non cambierà mai nulla ...