[già su Squitty dentro l'armadio]
Tra gli stand affollati e le mille suggestioni visive di Kreativ 2015 una serie di opere mi ha colpito profondamente. Non tanto per l'effetto scenico fine a se stesso, ma per la sobrietà potente dietro alla quale vengono raccontate storie silenziose, incise nel legno con una precisione strabiliante.
È l'arte di Renzo Gelain che, con la sua tecnica pirografica, riesce a trasformare il colore marrone tipico di questa tecnica - colore di per sé un po' tristino - in pura poesia.
Originario di Torrebelvicino, piccolo borgo vicentino circondato dalla memoria storia del Monte Pasubio, Gelain dimostra fin da bambino una naturale predisposizione per il disegno, certamente ereditata dal padre, pittore dilettante.
All'età di diciannove anni, a causa di un gravissimo incidente motociclistico e della frattura di entrambi i polsi, perde la capacità di dipingere. Potrebbe essere la fine di una passione, in realtà è solo l'inizio di qualcosa di nuovo.
Durante la convalescenza, infatti, il giovane costruisce un rudimentale utensile con un ferro arroventato e un tappo di sughero e con quello inizia ad incidere il legno. Nasce così l'amore per la pirografia, tecnica che non aveva mai praticato prima, ma che fin da subito lo coinvolge e lo stimola.
Più il tempo passa e più i piccoli esperimenti si trasformano in vere e proprie opere in miniatura e, successivamente, in quadri di grande formato, grazie anche all'acquisto di strumenti professionali.
Strabilia il fatto che Renzo Gelain non abbia mai frequentato corsi o scuole d'arte. È un autodidatta puro, che ha costruito la propria tecnica con tenacia e continua sperimentazione, raggiungendo livelli di precisione altissimi.
Le sue opere sono incise su legni di tipo diverso - pioppo, betulla, acero bianco, faggio - che hanno caratteristiche comuni particolarmente adatte per questa tecnica: rispondono bene al calore, favorendo un tratto pulito e definito; valorizzano le sfumature, perché il loro colore chiaro è una tela naturalmente neutra che esalta le gradazioni del marrone; hanno una buona resa, persino con strumenti non professionali; sono stabili, favorendo il mantenimento dell'opera nel tempo.
I soggetti spaziano dai volti sacri alle scene di caccia, dagli animali ai Nativi americani, dai paesaggi agli Alpini, una varietà impressionante di temi, che rende l'opera di questo artista ancora più degna di nota.
Le opere di Gelain colpiscono, perché sono sincere. Hanno la forza delle cose autentiche, nate da un limite trasformato in risorsa, da una difficoltà che diventa linguaggio.
Vederle a Kreativ è stato strano, oserei dire sorprendente. Un incontro totalmente inaspettato in un simile contesto.
Non potevo non raccontare quest'esperienza, perché ci sono persone che non fanno arte, sono arte. La portano nel DNA, nei gesti, nel modo in cui plasmano la materia e suscitano emozione.
In un mondo in cui l'arte viene confezionata e rivestita di orpelli, incontrare un artista come Renzo Gelain è come scoprire una vena d'acqua sotto il suolo secco: tanto inattesa, quanto viva.
In questa fiera, tra le mille voci creative, è stata proprio la sua a parlarmi più chiaramente, con la voce del legno inciso con la forza del fuoco.
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