STREET EARTH ON TOUR - TRENTO 2020

C'era decisamente qualcosa di strano, quando sono passata questa mattina, ma la lista troppo lunga di commissioni da fare, da cui in verità ho appena alzato lo sguardo, e la giornata un filo velata, condizione per la quale sono annebbiata anch'io a prescindere, non mi hanno permesso di capire subito quello che era successo.

Solo al rientro, a cose fatte e a mente sgombra, ho realizzato che qualcosa era effettivamente cambiato. Qualcosa che non poteva certo passare inosservato, ma che mi ha colto completamente alla sprovvista, facendomi improvvisamente rivalutare uno scorcio di Trento, che certo non spiccava (e non spicca nemmeno ora, a dirla tutta) per la sua bellezza. 

Ed è un peccato, perché Via Santa Margherita si chiude, andando in direzione opposta al centro, quindi verso l'Adige, con la duecentesca porta-torre omonima, che nel 1232 veniva citata come Porta Surbana e faceva parte dell'antica cinta urbica (qui in una fotografia di inizio '900).

Questa strada, che portava il medesimo nome, corruzione evidente di suburbanum, chiara indicazione che all'epoca non eravamo esattamente in centro, inizia invece fra due edifici anonimi, ai quali oggi forse nemmeno il turista più curioso presterebbe attenzione: la Torricella Consolati e la piccola Chiesa, sconsacrata dal secondo dopoguerra e praticamente sempre chiusa, di Santa Margherita.

Tutto il resto della via è sempre stato abbastanza triste, anche se - bisogna riconoscerlo - la fine dei lunghissimi lavori di ristrutturazione di un'ala dell'ex complesso della Prepositura, che nei miei ricordi di bambina è sempre stata scura, cadente e decisamente poco valorizzata, ha donato in anni relativamente recenti una luminosità mai vista prima.

Il lato opposto, però, non pensavo avesse molte speranze. L'enorme costruzione, che ha ospitato fino al 1995 il Provveditorato agli Studi di Trento, ormai chiusa e pesantemente ricoperta da scritte, dava da parecchi anni uno spettacolo pietoso degno delle periferie più degradate di una grande metropoli. 

Progettato dall'ingegnere Luciano Perini e costruito a partire dal 1960, l'edificio aveva preso il posto di Villa Consolati, di cui la torretta citata costituiva la colombaia, che fu distrutta dal bombardamento del 2 settembre 1943 (bombardamento della Portela). Proprio nel parco della villa erano state collocate le macerie delle case bombardate e qui, molti anni dopo, durante lo sgombero delle stesse sono stati portate alla luce i resti della villa romana oggi in fase di sistemazione.

A me il palazzo, che certamente all'epoca della costruzione doveva apparire moderno, funzionale e tutto sommato anche gradevole grazie al laterizio colorato, che movimenta le facciate altrimenti monotone, non è mai piaciuto. Opinione rafforzata, inevitabilmente, mano a mano che l'abbandono lo ha reso quello che è rimasto fino ad oggi ... ops... fino alla settimana scorsa, quando ha subito una trasformazione incredibile.

Che cosa è successo? 

Nella primavera scorsa la Città di Trento è stata ammessa a partecipare ad un interessante progetto, promosso nel 2019 dal Comune di Ravenna, che si chiama Street Earth on Tour 2020

L'obiettivo dell'iniziativa è quello di realizzare, entro quest'anno, in ogni città partecipante un grande muro d'artista sui temi dell'ambiente e con l'utilizzo di materiali eco-compatibili. 

I partner di questa call for cities sono GAI - Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italiani e INWARD, l'osservatorio sulla creatività urbana dell'Associazione Arteteca.

A seguito di questa adesione il Servizio Cultura, Turismo e Politiche Giovanili del Comune di Trento, che coordina anche il Tavolo Street Art, ha indetto un bando pubblico per selezionare l'artista che, proprio in questo mese di settembre, avrebbe poi realizzato l'opera sul muro selezionato, la facciata della nostra bruttura appunto.

Tutto questo, naturalmente, l'ho saputo poi, quando mi sono informata sull'evento artistico sfumato proprio sotto il mio naso, perché fra il 24 e il 27 settembre ero in città, proprio a due passi, completamente ignara dell'intera faccenda, perdendomi così anche il salotto urbano organizzato in Piazza Santa Maria Maggiore sabato scorso!

All'evento ha partecipato non solo il progettista dell'ex Provveditorato, ma anche il vincitore del concorso, Cristian Bovo - in arte Joys - che è arrivato primo nella graduatoria finale, proponendo un'opera intitolata Windows of the World.

Joys, che ha utilizzato un centinaio di bombolette di colori all'acqua, ricoprendo una superficie di circa 120 metri quadrati, è stato aiutato nell'impresa da Alberto Capozzi, in arte Made514.

La proposta dell'artista padovano è stata considerata la più adatta alla struttura interessata, non solo perché va ad inserirsi perfettamente in essa senza alterarne le linee, ma anche per il rispetto del linguaggio espressivo di Perini, che va inquadrato in un periodo storico ben preciso.

Ma chi è Joys?

Joys è un writer di fama internazionale, esponente di punta del Collettivo EAD, che fin dagli esordi negli anni '90 ha concentrato la sua attenzione e la sua sperimentazione sullo studio del lettering

Senza nessuna formazione artistica - è un perito elettronico - ha sempre cercato di utilizzare le sue conoscenze tecniche per dare, di volta in volta, nuove forme alle lettere che compongono il suo nome: J O Y S. L'obiettivo finale è sempre stato quello di arrivare ad un insieme compatto e molto intrecciato, nel quale, però, le lettere sono comunque sempre leggibili.

Le lettere, diventate ormai il suo tratto distintivo, hanno cominciato a prendere queste forme in Australia nel 1996, quando l'artista dipingeva sui treni. Joys ha più volte dichiarato, che i treni sono stati determinanti per l'evoluzione della sua arte.

In tempi più recenti il suo linguaggio ormai inconfondibile si è aperto anche alla scultura, dove utilizza materiali sempre nuovi, ma che riescono a mantenere i tratti distintivi della pittura che lo caratterizza.



Grazie Joys, sei riuscito a riempire di colori una giornata grigia!



Aggiornamento del 26 febbraio 2022

Ho recentemente scoperto, che è disponibile online il video della realizzazione di Windows of the World.



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