- Ah, mamma... lo sai che viene Kendrick a Roma?
- Ma quando?
- In agosto.
- E i biglietti?
- Li vendono da domani.
Solo un istante, senza troppe parole.
In quel momento, durante il pranzo di una normalissima giornata di scuola, si era già deciso tutto: il concerto, il viaggio, il sogno condiviso.
Soprattutto quello!
La strategia per l'acquisto dei biglietti messa a punto nel giro di qualche minuto.
Il soggiorno romano - quale occasione meravigliosa! - dato per scontato.
L'idea di condividere i momenti del suo primo concerto liberamente scelto abbracciata all'istante.
Anche un doveroso risarcimento a dirla tutta.
Per essersi sciroppato tutta una serie di eventi (da Vasco ai Depeche Mode, dai Simple Minds ai Cure, passando per Vivaldi o per qualche altra perla, come, ad esempio, il meraviglioso Trentoincanto. La storia di un viaggio sonoro del soundteller Albert Hera) sempre apprezzati sicuramente, ma certo non scelti in prima persona.
Comprare i biglietti per il proprio primo concerto, mi pare ovvio, è davvero tutt'altra cosa.
Chi non ricorda la propria personale prima avventura musicale, magari condita di amici, risate e incoscienza?
Come non emozionarsi alla prime note di quei momenti speciali rivissuti grazie ad un vecchio filmato ritrovato per caso su Youtube?
Quanto affetto per quel primo biglietto, ormai un po' sbiadito, rimasto appeso, incorniciato, nella cameretta a casa di mamma e papà ?
Ma non è solo questo. Non si tratta solo di musica. C'è molto di più.
Il proprio primo concerto non significa semplicemente assicurarsi la possibilità di vedere dal vivo il cantante o gruppo preferito personale, significa soprattutto esplicitare finalmente il proprio modo di essere, celebrando quella parte di sé che, in quel preciso istante, si sente rappresentata dalla musica del Kendrick di turno.
E non importa davvero se Kendrick sia proprio Kendrick o si chiami in tutt'altro modo. Così come non significa nulla se la sua musica sia mainstream o di nicchia, se sia pop, rock, rap, jazz, reggae o trap, se le canzoni siano cantate in inglese o in qualsiasi altro idioma, se la critica apprezzi oppure no.
La musica è principalmente emozione ed essere a Roma aveva per me un solo e unico scopo: quello di rivivere quelle sensazioni attraverso gli occhi di mio figlio.
Del resto, lo ammetto, di Kendrick conoscevo solo il nome, di SZA manco quello!
Non mi era mai capitato di andare ad un concerto senza conoscere neppure una canzone, precludendomi fin da subito la possibilità di cantare a squarciagola e di uscire quasi afona e con la necessità di bere due bottiglie d'acqua in un solo colpo.
Ma non mi era nemmeno mai successo di rimanere quasi immobile nonostante la musica trascinante e l'entusiasmo generale, perché l'incarico di registrare quanto più possibile dell'evento era stato formalizzato ben prima della partenza. Un compito di tutto rispetto che ho cercato di portare a compimento nel migliore dei modi, considerando l'attrezzatura non professionale e un braccio giusto un filino anchilosato.
Eppure, nonostante queste evidenti limitazioni, mi sono divertita. E pure tanto!
C'è qualcosa di veramente speciale nel trovarsi nel bel mezzo di un concerto, magari circondati da sconosciuti che, per qualche ora, diventano i tuoi migliori amici, perché il live è un luogo non luogo, che nella realtà non esiste, ma che tutti riconoscono non appena ci entrano.
Non serve conoscere ogni strofa o avere la playlist scolpita in testa da settimane, perché il concerto dal vivo è un'esperienza travolgente a prescindere. Si comunica con gli occhi, con i salti, con le mani che si alzano all'unisono, ma anche con le parole mezze inventate, perché il suono più o meno è quello.
Il live è il momento in cui la musica smette di essere solo suono e diventa esperienza.
Il live non richiede preparazione, è un atto di presenza, di fiducia. È dire sono qui con la volontà di vivere l'attimo senza filtri e senza limiti.
Il live è un rito collettivo, le cui regole non necessitano di scrittura.
Anche se non sai minimamente chi stia suonando, anche se ti trovi lì per caso, ti ritrovi dentro qualcosa di più grande. Sempre.
E quando tutto finisce, quando le luci si riaccendono e la folla si disperde, resta qualcosa dentro.
Quella scintilla, condivisa con altre sessantamila persone, in certi casi anche di più, è la vera magia e non ha certo bisogno di spiegazioni.
Non è molto frequente assistere ad un evento, in cui due artisti così potenti condividono lo stesso palco, senza che uno sia la spalla dell'altro.
Kendrick e SZA, che si sono avvicendati sulla scena in sette dei nove set, non si sono semplicemente alternati, si sono intrecciati.
Non un prima, non un dopo. Non uno show diviso in due parti, ma un flusso continuo di canzoni legate insieme da un filo invisibile, due voci diverse, ma complementari, due facce della stessa medaglia.
Da un lato Kendrick con il suo rap veloce, tagliente, quasi rituale, le coreografie minimaliste sui toni del bianco e nero con le immagini del suo passato e di Compton, sua città natale. E naturalmente con i ballerini, quasi un gruppo di amici di vecchia data.
Dall'altro SZA, eterea e colorata, quasi magica, che non dominava il palco, ma lo abitava con grazia, fluttuando sopra il palco quasi fosse una fatina. Un viaggio onirico che non ha mai perso di vista, nemmeno per un minuto, la Natura.
Per molti la dicotomia fra questi due mondi, solo apparentemente così diversi, è stata la vera forza di questo show, che solo nella leg americana ha sfondato il box office. Per altri, pur senza mettere in discussione la maestria degli artisti, ha costituito un limite, tarpando quasi le ali alla creatività degli artisti.
Sia quel che sia il Gran National Tour è stato un successo di pubblico planetario e questo forse alla fine è solo quello che conta.
Accanto all'intensità di Kendrick e al magnetismo di SZA, quasi a moltiplicarne l'effetto, il corpo di ballo, parte integrante dello spettacolo, a tratti si è veramente elevato a protagonista della scena, rubando quasi l'attenzione per la sua indiscussa forza scenica.
I ballerini non sono mai stati semplice accompagnamento, ma sono diventati in ogni loro apparizione parte integrante della narrazione, corpi che, in ogni loro movimento, esaltavano le melodie, disegnando nello spazio ciò che le parole lasciavano in sospeso.
Con gesti precisi hanno dato forma visiva ai brani: non semplicemente musica da ascoltare, ma note da gustare con gli occhi.
Meravigliosi!
Eppure la bellezza più autentica di questa avventura non è stata nel concerto dal vivo in quanto tale, in Kendrick o in SZA, comunque superlativi. Non l'ho trovata nemmeno nei corpi in movimento o nelle scenografie black & white oppure variopinte.
L'ho vista negli sguardi di tutti quei ragazzi - ed alcuni erano veramente giovanissimi - che guardavano il concerto.
Occhi pieni di luce, di sogni e di riconoscenza verso i loro beniamini.
Ragazzi e ragazze che cantavano, felici, ogni singola parola, a volte sciorinando frasi al limite del comprensibile, ma che per loro certamente un senso l'avevano.
Fanciulle che ballavano talmente bene da generare sana invidia in chi, come me, non è esattamente portato per la danza.
Adolescenti un po' goffi che sprizzavano gioia da tutti i pori, con la sensazione - palpabile - di sentirsi vivi.
Deliziose coppiette, duettanti all'unisono, illuminate da quella luce inconfondibile, che tutti noi, almeno una volta abbiamo emanato.
Ecco. Guardare quei volti e osservare questi gesti mi ha incantato più di tutto il resto.
Perché lì, in mezzo a quella folla festante, si percepiva la bellezza di chi ha ancora tutto davanti e lo vive con un'energia quasi commovente.
Un'esplosione collettiva che urlava la propria fame di futuro, la voglia di esserci e di contare.
Una sensazione che è molto difficile raccontare a parole, ma che ti travolge anche se non sei più parte di quella stagione della vita, ma che ti ricorda com'era e come, volendo, ancora potrebbe essere, semplicemente lasciandosi andare.
Grand National Tour
È il tour congiunto del rapper Kendrick Lamar e della cantante SZA
Segue GNX (2024) di Kendrick Lamar e la ristampa di SOS Deluxe: Lana (2024) di SZA
39 concerti in Nord America ed Europa
19 aprile 2025 - 9 agosto 2025
*****
9 concerti in Sud America e Australia con il solo Kendrick Lamar
23 settembre 2025 - 11 dicembre 2025
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